Nei dintorni

Il nostro territorio è ricco di testimonianze artistico-architettoniche che raccontano una lunga storia che parte dall’epoca pre- romana, attraversa il medioevo normanno e longobardo, e infine viene celebrata dai fasti del regno borbonico. S.Maria Capua Vetere, S.Agata dei Goti, Capua, S.Angelo in formis, sono località che meritano una visita per la bellezza del loro centro storico e per gli importanti musei dove sono custoditi i reperti di civiltà antiche, testimoni di un territorio ricco di storia e bellezza.

Non resta che individuare dei buoni itinerari che saremo felici di aiutarvi a tracciare e partire alla scoperta di un territorio che regalerà emozioni e grandi sorprese.

La vaccheria

Il Quartiere borbonico della Vaccheria, era sorto nel 1773 per volere del re Ferdinando IV ai piedi del preesistente Casino “vecchio”, una dimora di campagna a pianta rettangolare su tre livelli, che, in posizione panoramica, dominava la piana di Caiazzo.

In prossimità del Casino, Ferdinando fece costruire diversi locali per l'allevamento delle vacche sarde (da cui il toponimo Vaccheria) e rifugi per i suoi amati cani da caccia.


Altri edifici furono costruiti di supporto alla famosa seteria reale edificata nella vicina colonia di San Leucio
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Nella piazza della Vaccheria si erge la chiesa di Santa Maria delle Grazie, costruita in soli 23 mesi sotto la direzione dell'architetto Francesco Collecini ed inaugurata nel 1805 da Ferdinando IV dopo l'esilio palermitano seguito alla rivoluzione napoletana del 1799.


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Il Belvedere di San Leucio

Il Belvedere di San Leucio è un complesso monumentale voluto da Carlo di Borbone, re di Napoli e Sicilia (e successivamente re di Spagna con il nome di Carlo III), che è considerato, insieme al Palazzo Reale di Caserta e all'Acquedotto del Vanvitelli, Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

Il complesso monumentale di San Leucio è quanto resta dell’utopico esperimento sociale di Re Ferdinando di dar vita ad una comunità autonoma (chiamata appunto Ferdinandopoli) nota come Real Colonia di San Leucio, basata su uno statuto apposito del 1789 che stabiliva leggi e regole valide solo per gli abitanti della colonia, i lavoratori delle seterie reali. Alle maestranze locali si aggiunsero subito anche artigiani francesi, genovesi, piemontesi e messinesi che si stabilirono a San Leucio richiamati dai molti benefici.


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Il Palazzo Reale di Caserta

Il Palazzo reale di Caserta fu voluto dal Re di Napoli Carlo di Borbone, il quale, colpito dalla bellezza del paesaggio casertano e desideroso di dare una degna sede di rappresentanza al governo della capitale Napoli e al suo reame, volle che venisse costruita una reggia tale da poter reggere il confronto con quella di Versailles.

Il sovrano si rivolse all'architetto Luigi Vanvitelli e sull’area dove sorgeva il palazzo cinquecentesco degli Acquaviva, fece erigere la Reggia di Caserta.

Oltre al palazzo,il progetto di Vanvitelli previse il parco e la sistemazione dell'area urbana circostante, La nuova reggia doveva essere simbolo del nuovo stato borbonico e manifestare potenza e grandiosità, ma anche essere efficiente e razionale.

Il parco del Palazzo reale si estende per 3 chilometri di lunghezza, con sviluppo sud-nord, su 120 ettari di superficie. In corrispondenza del centro della facciata posteriore del palazzo si dipartono due lunghi viali paralleli fra i quali si interpongono una serie di suggestive fontane che, partendo dal limitare settentrionale del Giardino all'italiana, collegano a questo il Giardino all'inglese.


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Casertavecchia

Casertavecchia è un borgo medievale che sorge alle pendici dei monti Tifatini In epoca medievale costituì il centro di Caserta. Dal 1960 è tra i monumenti nazionali italiani.

Le origini di Casertavecchia sono ancora incerte, ma secondo alcune informazioni estrapolate da uno scritto i un monaco benedettino già nell'anno 861 d.C. esisteva un nucleo urbano denominato Casam Irtam (dal latino: "villaggio posto in alto").

Il borgo ha subìto nel corso della storia varie dominazioni. Originariamente appartenente ai Longobardi, solo nell'879 con Pandolfo, comincia la serie dei conti di Caserta.

Casertavecchia visse il suo momento di massimo splendore sotto i Normanni e gli Svevi (più o meno tra il 1000 e il 1460), quando le genti vivevano lontano dalle coste, battute dai pirati saraceni, e Amalfi, faceva arrivare in Campania, ed anche a Casertavecchia, gli echi della splendida stagione del romanico siciliano. Un castello, di cui rimane la torre e le mura sbrecciate, il Duomo, il campanile, vie e vicoli ben tenuti, è tutto quanto rimane dell'antico borgo, sede vescovile, finché Carlo di Borbone, non decise di costruire la Reggia, in pianura, sotto il paese; da allora la popolazione scese giù, per vivere e lavorare, e Casertavecchia diventò un piccolo borgo antico, giunto fino a noi.


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